La storia dell’inverno

“ l’inverno’S Tale” si spengono dalla tragedia alla commedia al romanticismo, la sua schizofrenia si è cementata dalla scena di scena, quando il principe infantile di Sicilia medita la sua scelta della storia della buona notte: “Sarà allegro o triste? Merry come farai. Una storia triste’è meglio per l’inverno.” Il gioco resiste tradizionalmente alla categorizzazione, ma il cuore di Sam Mendes’ La produzione è saldamente radicata in pathos e sobrietà, rendendo Shakespeare’s Act-Four partenza in chiassose pastorali balzano un’interruzione scortese al flusso drammatico. Mentre non lo fa’t Sbandare l’irrenezza, questa elegante messa in scena è così toccante nei suoi umori dolorosi che la serata è sia suspense che soddisfacente.

Giocando in rappresentante con “Il frutteto di ciliegia” A New York prima di visitare molteplici destinazioni tra cui Londra, la produzione è la seconda voce nel progetto Bridge’SEGLIO INAUGURALE. L’impresa triennale e transatlantica per rivisitare i classici in carenze su larga scala che mescolano attori britannici e americani è un’impresa congiunta della Brooklyn Academy of Music, il vecchio Vic sotto Kevin Spacey’S Leadership e Mendes’ Neal Street Prods.

Là’è una grande bellezza e un maestoso stagecraft in mostra qui, dalla maestosa economia di Anthony Ward’S impostato sull’attenzione ai dettagli in Catherine Zuber’s belli costumi, i sottili cambiamenti e il delicato gioco d’ombra di Paul Pyant’Sullima e le trame dense di Paul Arditti’Sunoscape, ricamato atmosferico con Mark Bennett’S Music.

Poi lì’S Sinead Cusack’S Paulina, una donna fluttuante così appassionata dal suo amore e lealtà verso la sua regina che lei’S Pavimento nel sfidare il re irrazionale, indipendentemente dalla facilità con cui elabora grassi punizioni. La sua può essere una voce stridente di coscienza, ma Cusack dà a Paulina un’autorità calda e trascendente, mantenendo un accenno di magia seducente nel suo piano di lunga data per cancellare le vecchie ingiustizie.

Ma la forza principale di questa produzione, come “Il frutteto di ciliegia,” è Simon Russell Beale’s lucido e approfondito interpretazione di un carattere fondamentale. Basato su nient’altro che una fitta gelosia, Leontes, re di Sicilia, condanna a morte il suo amico e compagno monarca polixenes della Boemia (Josh Hamilton) e imprigiona la moglie incinta Hermione (Rebecca Hall), che la carica con adulterio e tradimento. Poi ordina che la loro figlia neonata venga scaricata nei boschi, rifiutando persino di credere all’oracolo quando Apollo manda la parola che sia Hermione che Polixenes sono irreprensibili.

Mendes pone le basi per Leontes’ Vicious Spiral of Paranoia lanciando Russell Beale contro il più giovane e più wilywy Hamilton e Hall, il cui linguaggio del corpo rilassato e affettuoso reciproco fa il re ridotto’s sospetti in qualche modo giustificabili. Ma ciò’s nel personaggio’s l’improvvisa metamorfosi dal tiranno amaro a un penitente umiliato e colpito dal dolore che Russell Beale trova l’anima commovente in tutto questo dramma roccioso. Con Leontes che crede che sua moglie e i suoi figli siano morti a causa delle sue folli accuse, la sua tragedia profondamente che colpisce si avvicina alle dimensioni di Lear. Tuttavia, in tutte le sue scene più tormentate, Russell Bele inietta furbi tocchi di umorismo — Nella sua consegna, i suoi movimenti, i suoi parenti riflessivi per il pubblico — che aiutano a piantare i semi per Shakespeare’s brusco passaggio alla modalità comica.

Hall, che era un adorabile Rosalind in suo padre Peter Hall’S “Come piace a te” A BAM qualche anno fa, fa un martire leggermente acuto qui. Ma lì’Non è dubbio che la dignità e l’onore della sua Hermione e il suo convocazione fa in modo che il dramma commovente. Hamilton è un po ‘provvisorio nelle prime scene, ma si alimenta più tardi quando i Polixenes diventano un padre irasole, la sua rabbia irragionevole che fa eco a quella di Leonte. E Paul Jesson porta una nobiltà piacevole e discreta a Camillo, il consigliere lacerato tra il suo dovere verso il re e la sua integrità morale.

Il gioco’Il passaggio imbarazzante dalla tragedia alla commedia è inizialmente oliato da alcune scelte di transizione intelligente: il team di progettazione’s grazioso passaggio dalla solennità di una corte reale in lutto al tempestoso deserto della Boemia; Mendes’ La vivida messa in scena della famosa scena in cui il nobile Antigonus (Dakin Matthews) viene attaccata da un orso mentre deposita la principessa infantile nei boschi; e l’arguzia maliziosa di Richard Easton, raddoppiando come il vecchio pastore che la trova e solleva e come tempo padre, per il racconto di 16 anni.

Ma quando il gioco rustico inizia, esso’è difficile non risentire la sua improvvisa intrusione su tutto il dramma teso che lo precede. Con un trio di musicisti che suonano la lavagna, il violino e la chitarra sul palco, le scene non sono nulla se non vivaci, in particolare una danza da fertilità oscura con i partecipanti che sfoggiano seni e fallus a palloncini. E Mendes ha permesso a Ethan Hawke di pescare in modo aggressivo per le risate, canalizzando Bob Dylan/Tom Waits mentre giocava a itineranti Rascal Autolicus come un folkie per un trovatore; Il pubblico lo gira.

Mendes trascorre più tempo a sdraiarsi su fioriture visive o fumetti piuttosto che trovare modi per integrare questa deviazione tonale radicale nell’arazzo più grande. Ma la debolezza più fastidiosa in queste scene è la pallida impressione lasciata da Florizel (Michael Braun), Principe della Boemia e Perdita (Morven Christie), la principessa esiliata cresciuta come un’umile pastore. La loro storia d’amore ostruita rimane una fiaba a metà e la coppia’s galvanizzare il pragmatismo riguardo al loro diritto all’amore non acquisisce mai abbastanza urgenza. Christie’S Perdita, in particolare, svanisce nella folla, non incarnando le forze previste di primavera, rinascita e spiritualità.

Ci vuole il ritorno in Sicilia per riprendere lo slancio, ma proprio come Leonte trova la redenzione, la graziosa gestione del gioco’S Act finale, in cui vengono ripristinate le famiglie e le amicizie, asciuga le incoerenze dell’interludio pastorale troppo lungo. E quando l’incantatrice terrosa Paulina la porta con amore commissionato “statua” di Hermione alla vita, il rapimento che si increspa attraverso la corte si diffonde nel pubblico.

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