Esilio a Sarajevo

Tahir Cambis, un australiano di estrazione bosniaca, decise di fare il pericoloso viaggio verso i suoi genitori ’ città natale di Sarajevo non appena il conflitto è iniziato. Ma il giovane attore, armato solo con una videocamera, è stato gravemente ferito alla gamba mentre viaggiava verso la sua destinazione e ha trascorso un anno a recuperare. Ci ha provato di nuovo nel 1995, accompagnato questa volta da un cameraman australiano, Roman Baska, e in questa occasione ha avuto successo.

Cambis assunse come registratore audio, una donna locale, Alma Sahbaz, e le riprese iniziarono con filmati di Cambis che incontravano parenti e amici perduti da tempo, nonché la copertura delle attività quotidiane in città — i bombardamenti, i briefing giornalieri delle Nazioni Unite. Gli equipaggi di notizie straniere sono visti con un po ‘di disprezzo dalla gente del posto (che si riferiscono a loro come “ scarafaggi ” perché “ ci filmano come animali ”). Ma Cambis e il suo piccolo equipaggio sono accettati come addetti ai lavori e hanno quindi accesso al materiale che potrebbe essere stato negato gli stranieri.

Un episodio particolarmente agghiacciante coinvolge una bambina, Nirvana, vista prendere parte a una competizione di danza la sera prima che lei sia uccisa da un guscio sparato dalle colline sopra la città. La sua madre traumatizzata, Zimka, diventa un personaggio importante nel dramma che si sta svolgendo e alla fine decide di fare le valigie e lasciare la città, finendo (come indica un titolo di chiusura) in ST. Louis.

Queste e altre storie ed eventi intimi, si svolgono contro i giorni calanti dell’assedio paralizzante. Ma “ esilio in Sarajevo ” Affascina anche le tensioni dietro le quinte all’interno di Cambis ’ proprio equipaggio. Dopo diverse settimane, il cameraman Baska decide di tornare in Australia, convinto che Cambis è più impegnato con Sarajevo stesso che per il film che hanno fatto “. Sahbaz prende il controllo della telecamera e i suggerimenti di una crescente relazione tra lei e Cambis sono confermati quando si unisce a lui a Melbourne per il processo di post-produzione. Quindi, ad un livello, questa è una storia d’amore in cui la donna è raramente vista perché lei è dietro la telecamera.

Cambis e Sahbaz, che condividono il credito direttore, hanno vividamente personalizzato l’assedio di Sarajevo in questo film angosciante ed emotivamente straziante. INIGLIORE IN INSIRAMENTE ANTIBILE NEI SUOI ATTODINES, DOCU DEGITA IN INFLUCHINGMENTE la difficile situazione dei cittadini di quella che una volta era una grande città europea cosmopolita.

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